Eroi d’Europa a Parma alla scuola europea

scuola europea_dsevodLa scuola per l’Europa di Parma ospita per tutta la settimana corrente le delegazioni delle scuole europee di Strasburgo (Francia), Tallinn (Estonia), Helsinki (Finlandia), Heraklion (Grecia) coinvolti nel progetto di partenariato strategico Erasmus+ dal titolo “La littérature de Jeunesse en Europe: les héros d’Hercule à Harry Potter“.

Le scuole saranno impegnate in attività laboratoriali volte a promuovere la conoscenza degli eroi della letteratura europea dall’antichità classica a oggi, oltre che della cultura del territorio parmigiano.

Gli alunni stanno infatti producendo un libro collettivo che segue due personaggi del futuro che tentano di recuperare la memoria storica e culturale del passato, andata perduta.  Una ricerca che si snoda per le cinque città coinvolte ed è giunta alla sua quarta tappa, a Parma. I lavori sono stati aperti lunedì in una cerimonia inaugurale presso il Convitto Maria Luigia alla presenza del Dirigente Carlo Cipollone, i rappresentanti della scuola, tredici docenti e trenta alunni delle scuole partner.

Nell’ambito della presentazione dei workshop, Maurizio Trapelli, presidente dell’associazione Famija Pramzana, è intervenuto in costume per illustrare e presentare ai ragazzi la maschera locale Al Dsèvod e il suo profondo legame con il territorio. È la prima volta che Al Dsèvod parla ad una platea internazionale, avendo così l’opportunità di farsi conoscere nel contesto europeo.

Siamo a febbraio e si assapora nell’aria il Carnevale. E in questo periodo dell’anno in particolare (ma non solo) è possibile avvistare in città un distinto signore, vestito in abiti gialli e blu di foggia sei-settecentesca e un cappello giallo in testa. Si tratta di Al Dsèvod, la maschera cittadina che racchiude in sé i simboli della cultura parmigiana, personificata nel corso dei decenni da vari esponenti della compagnia dialettale della Famija Pramzana. Dal 2007 questa eredità è stata raccolta da Maurizio Trapelli.

LE ORIGINI DELLA MASCHERA – Tutt’oggi non è ancora chiara la storia della maschera cittadina, spiega Trapelli: “Esiste però una versione, più accreditata, che collocherebbe il personaggio ai primi del ’600”. In quel periodo era usanza comune nelle famiglie nobili far studiare i figli nei collegi. Così un ragazzo dell’epoca, forse della famiglia Pallavicini o Sanvitale, fu mandato al Collegio dei Nobili (l’attuale Convitto Maria Luigia), accompagnato dal suo servo originario (forse) di Neviano degli Arduini, località collinare del parmense. Nel 1620, in occasione del carnevale, per scherzo il giovane nobile fece indossare al suo secondo un elegante abito a quadrotti bianchi e rossi formato da corpetto, pantaloni sotto al ginocchio, calzamaglia e un cappello a tre punte. Assieme a questi legò uno strofinaccio alla cintura (boràs), per far capire che comunque quella persona non era affatto un nobile. A quel punto il nostro servo, non istruito ma molto perspicace e astuto, prese gusto a prendere in giro la gente e capì che calandosi seriamente nella parte del nobile avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa avesse desiderato. Poiché faceva di cognome Salati, in opposizione a quest’ultimo egli si presentava alla gente come l’insipido, in dialetto Al Dsèvod.

Da 5 anni inoltre, Trapelli sta realizzando un Sogno, come lo definisce: è ideatore e promotore del progetto Maschere Italiane a Parma, la manifestazione che vede arrivare a Parma nel periodo di Maggio maschere allegoriche provenienti da ogni angolo della penisola, che rappresentano una tradizione, una storia, un prodotto o un territorio. Questa manifestazione non ha nulla a che vedere con i carnevali dove tutti si possono mascherare. Le maschere allegoriche hanno alle loro spalle un comitato, un’associazione culturale o un movimento. Quest’anno, forte dei successi delle precedenti edizioni, si è costituita ufficialmente l’Associazione culturale “Centro Nazionale di Coordinamento delle Maschere Italiane” con sede a Parma, città che ha saputo accogliere ed esaltare il grande spettacolo delle Maschere Allegoriche Italiane, offrendo ospitalità e visibilità in un periodo non carvevalesco, contribuendo a destagionalizzarne la commedia e a rendere i singoli soggetti non semplicemente dei teatranti, ma custodi di tradizioni e cultura popolare.

Il programma Europeo proseguirà con le attività didattiche specifiche del progetto; una “caccia al tesoro” per la città, alla ricerca dei suoi personaggi e luoghi più rappresentativi, che forniranno l’ambientazione del quarto capitolo del libro sugli eroi; una festa di Carnevale offerta dall’associazione dei genitori (AGSEP); la visita al Sindaco in Sala Consiliare e all’EFSA.

Il dott. Cipollone ha salutato i ragazzi che si apprestano a iniziare  le molteplici attività con un sentito messaggio augurale: “Il tema del progetto è di grande significato per i nostri alunni: gli eroi incarnano i valori intramontabili a cui la gioventù guarda come a un riferimento positivo, ma gli eroi protagonisti del libro sono due semplici ragazzini che incarnano un altro modello d’eroe, quello che vive quotidianamente la ricerca delle proprie origini e una costruzione della propria identità in un contesto scolastico di apertura e condivisione, favorito dagli “eroi quotidiani”  per eccellenza, cioè gli insegnanti.”

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